La musica, La nostra scuola

Il ritorno dello “Schiaccianoci” al Teatro alla Scala

Liceo Statale Virgilio

Progetto Prime alla Scala 2022/2023

Sezione coreutica

Docente referente: Prof. Vito Lentini

Il balletto Lo Schiaccianoci venne presentato per la prima volta al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo il 18 dicembre del 1892, coreografato da Marius Petipa e Lev Ivanov sulla musica di Pëtr Il’Ič Čajkovskij. È uno dei balletti più eseguiti nel periodo natalizio che nel corso del tempo subì diverse modifiche; tra esse troviamo la versione presentata da Rudolf Nureyev che ebbe il suo debutto a Stoccolma nel 1967, al Royal Ballet di Londra nel 1968, arrivando in Italia nel 1969 al Teatro alla Scala di Milano. Quest’anno, dopo sedici anni dalla sua ultima rappresentazione e in occasione del trentennale della morte di Rudolf Nureyev, questa versione ha aperto la stagione di balletto del Teatro alla Scala. La sezione coreutica del Progetto “Prime alla Scala” del presente anno scolastico si è occupata, quindi, proprio di questo balletto consentendo alla nostra classe di approfondire i diversi aspetti dello spettacolo.

La locandina dello spettacolo

Al termine della prima parte del progetto abbiamo assistito allo spettacolo in teatro e siamo rimasti piacevolmente stupiti quando abbiamo ritrovato nella trama alcune tematiche psicologiche molto vicine alla nostra quotidianità di adolescenti. Nel balletto Lo schiaccianoci sono presenti, infatti, diversi temi psicologici che vengono affrontati attraverso le vicende vissute dalla protagonista Clara messi in evidenza proprio in questa versione di Nureyev.

La trama è ambientata durante la festa di Natale e dopo l’inizio fuori da una casa aristocratica in cui troviamo alcuni bambini che iniziano a ballare, la scena cambia e ci troviamo all’interno di una grande sala con scale imponenti, un grande camino, un pianoforte e un orologio a pendolo. In questa sezione uno dei temi più evidenti che caratterizza la prima parte dello spettacolo è, ad esempio, quello dell’animismo, ovvero l’attribuzione di un principio vitale a un oggetto inanimato. Dopo l’ingresso dei bambini e alcuni momenti di danza lo zio Drosselmeyer regala, infatti, alla protagonista Clara uno schiaccianoci, a cui la bambina si affeziona molto. Inizia quindi a ballarci insieme e lo anima, trattandolo come se fosse vivo. Clara è una bambina ed è tipico di quell’età avere un pensiero magico verso le cose, soprattutto verso i giochi. Suo fratello Fritz, però, è geloso del regalo che ha ricevuto la sorella e per questo, mentre lei sta ballando con lo schiaccianoci, glielo ruba e lo rompe. Clara si rattrista ma lo zio lo ripara poco dopo, facendo ritornare il sorriso alla bambina. In questa scena si può quindi notare come il rapporto tra i due fratelli non sia tra i più facili, poiché prevale la gelosia e Fritz tratta male Clara. Abbiamo anche notato che nel momento in cui Clara riceve il suo regalo dallo zio e balla insieme al suo schiaccianoci nella partitura musicale sia stato inserito uno strumento che simula proprio il suono della noce schiacciata. In tutta la scena della festa di Natale abbiamo trovato costumi molto eleganti per tutti gli ospiti e i familiari, lo zio Drosselmeyer spesso presente con un ampio mantello per potenziare il mistero della sua figura.

Nicola Del Freo, Nicoletta Manni, Eugenio Lepera. Foto Brescia e Amisano-Teatro alla Scala.

Durante la festa la protagonista si addormenta su una poltrona e si entra così nel suo mondo dei sogni, caratterizzato per lo più da incubi. Qui la scena è caratterizzata dall’ingrandimento dell’albero natalizio. L’ambiente è cupo e trasmette una sensazione di oscurità, dal momento che ci troviamo nell’incubo di Clara poiché negli incubi tutto si amplifica come le paure. Secondo Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, i sogni sono il modo in cui il nostro inconscio comunica con noi, rappresentando i desideri e le paure che non sappiamo di avere poiché la nostra mente li nasconde. Durante il sonno Clara vive due incubi interessanti da analizzare. Il primo incubo è quello della battaglia con i topi che la inseguono spaventandola e costringendola a scappare. Clara si trova in una fase della vita in cui il desiderio ma soprattutto la paura di lasciare l’età infantile incidono molto. I topi potrebbero quindi simboleggiare il suo timore verso la crescita e il futuro. Sono proprio i soldatini giocattolo insieme allo schiaccianoci (simboli dell’infanzia) a sconfiggere il Re dei topi. In questa scena i bambini che interpretano i topi indossavano un travestimento che consisteva in un muso, orecchie e pelo grigio come a simulare esattamente le fattezze di questi animali. Il Re dei topi, invece, si presentava con un mantello rosso, una maschera, una corona e alcuni ornamenti di pelliccia bianca e nera.

Durante lo scontro tra Clara e i topi, lo schiaccianoci prende vita indossando un’uniforme bianca, una spada ed è in sella ad un cavallo bianco. Insieme allo schiaccianoci arrivano anche i soldatini riconoscibili da uniformi blu, pantaloni grigi, cappello blu, stivali e fucile. Altri soldatini in sella a cavalli neri erano vestiti con un’uniforme nera con dettagli rossi e un cappello nero.

La fase della vita che sta vivendo la protagonista è caratterizzata anche da un forte conflitto con i familiari e questo aspetto viene trattato nel secondo incubo, ovvero quello dei pipistrelli che ha luogo nel secondo atto. In questa scena si vede uno stormo di pipistrelli, con mantelli neri e una maschera dello stesso colore, che strattonano malamente Clara. Solo in seguito queste figure dai tratti inquietanti si toglieranno la maschera mostrando il volto dei parenti della bambina, facendo intuire che il loro atteggiamento verso quest’ultima è opprimente e ostile. Potrebbe essere che i familiari siano ancora legati all’idea di Clara come una bambina da proteggere e per questo non le lasciano libertà, o magari la caricano delle loro aspettative.

Conclusi gli incubi si passa finalmente ai bei sogni, in cui si può individuare un altro tema significativo, cioè quello della proiezione all’età adulta. Clara, infatti, sogna di compiere un viaggio con lo schiaccianoci che aveva ormai assunto le sembianze di un ragazzo. Ballano più volte insieme come avevano fatto gli adulti all’inizio della festa, facendo capire che durante il sogno la protagonista è cresciuta ed ha subito uno sviluppo. La bambina, infatti, si immagina già una vita da adulta insieme a un compagno con cui poter vivere alcune avventure. I temi psicologici affrontati in questo spettacolo, oltre a essere ancora attuali, non erano né indagati né conosciuti al tempo della composizione del balletto (1892); infatti queste tematiche verranno studiate a partire dagli anni successivi con Freud (Linterpretazione dei sogni, 1899) e in seguito da psicologi dell’età evolutiva e pedagogisti.

Il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala. Foto Brescia e Amisano-Teatro alla Scala.

Le avventure di Clara e dello Schiaccianoci erano già iniziate negli ultimi minuti del primo atto con il Valzer dei fiocchi di neve. In questa scena ci troviamo in una foresta innevata, lo Schiaccianoci – ormai trasformato in un ragazzo – e Clara si ritrovano in una foresta buia e nera caratterizzata da rovi e sul fondo sei statue di grandi dimensioni completano il quadro. Durante la danza i fiocchi di neve cadono dall’alto inizialmente ad un ritmo lento diventando via via sempre più vorticoso simulando una vera e propria tempesta; le ballerine, durante il valzer, ricorrono frequentemente al movimento netto delle braccia che richiama la caduta della neve. Le ballerine, che qui simulavano l’ondeggiare irregolare dei fiocchi di neve, danzavano con un tutù grigio arricchito con brillantini argento e coroncine brillantinate. L’orchestra accompagna anche un coro di voci bianche.

Nel secondo atto, dopo la richiamata scena del secondo incubo dei pipistrelli, Clara e il Principe Schiaccianoci assistono ad un divertissement: qui costituito da un insieme di danze di carattere presentate in loro onore. Si alternano cinque danze: spagnola, araba, cinese, russa e la danza degli zufoli. Nel corso di questo divertissement si presentano, infatti, le danze di diversi paesi e i danzatori coinvolti indossano costumi che richiamo anche il folclore tipico di provenienza. Con gli spagnoli il ritmo è incisivo e nella partitura sono presenti strumenti tipici come le nacchere: le ragazze indossano i tacchi e i peculiari vestiti folcloristici spagnoli di colore rosso e nero, recano un fiore in testa rosso. Gli uomini li troviamo con pantaloni e camice rosse con dettagli neri. Anche la scena e le luci sono rossi poiché si adattano ai costumi. Gli spagnoli sono seguiti dagli arabi: la musica conferisce l’idea della sensualità e del mistero accattivante dei paesi arabi. Qui alcune donne indossano il velo e i colori prevalenti sono azzurro, nero e marrone che fanno assumere un aspetto misterioso alla scena. I colori dello sfondo, delle luci e dei costumi variano maggiormente, sono sul rosso, viola, blu e giallo. A seguire i cinesi, la musica è allegra e il componimento è breve: i tre uomini in scena indossano calzamaglie verdi con una camicia e accessori dello stesso colore. I russi si esibiscono nella loro danza tipica: il trepak, la cui musica è molto nota, decisa, ritmata e vivace. I ballerini li troviamo con gli stivali, i pantaloni larghi, una camicia rossa, un cappotto verde aperto con pelliccia bianca e il cappello tipico russo chiamato colbacco. Qui i colori sono più luminosi, tendenti al giallo, la scena è più vivace, veloce e breve. Infine c’è la danza degli zufoli: le due ballerine presenti appaiono con un vestito lungo fino alle ginocchia con sbalzi e parrucca bianca; quest’ultima è indossata anche dall’uomo in scena. Quiete ed eleganza prevalgono in questo momento.

Negli ultimi momenti del balletto è presente il famosissimo Valzer dei fiori: questo brano è uno dei momenti più attesi del balletto, nonché uno dei valzer più noti scritti da Čajkovskij e diretto con maestria dal Direttore Valery Ovsyanikov. Cambia totalmente l’ambientazione: la sala è molto elegante e caratterizzata da candelieri e maestosi lampadari. Le pareti sono ricoperte da tappezzerie riccamente decorate. Qui il corpo di ballo della Scala ha mostrato grande coordinazione, uniformità ed eleganza. Emerge un’armonia musicale creata fin dai primi secondi dall’arpa, dall’introduzione del flauto traverso e dei violini, modulando così il brio con la serenità. Per i costumi gli uomini si presentavano con giacca color oro e le donne con un tutù di color arancio, ricamato in blu scuro, sotto il quale c’era uno strato rosso. Gli accessori delle ballerine erano delle coroncine con piume gialle.

Nicoletta Manni, Nicola Del Freo. Foto Brescia e Amisano-Teatro alla Scala.

Concluso il valzer dei fiori ha inizio il passo a due tra il Principe Schiaccianoci e Clara. Il momento è diviso in: adagio, variazione del Principe Schiaccianoci, variazione di Clara e coda. Nell’adagio la musica è imponente e tenue allo stesso tempo. La variazione del Principe è breve, decisa e ritmata. La variazione di Clara – che qui troviamo con un tutù corto bianco arricchito da brillantini argento e sul capo una coroncina di diamanti – è accompagnata da una musica elegante e leggera, in questa parte Čajkovskij introdusse la celesta, uno strumento che egli scoprì a Parigi che ha un aspetto simile a quello di un pianoforte ma di piccole dimensioni. La celesta produce un suono ovattato, delicato, un suono celestiale e misterioso che richiama lo scenario di un sogno. Con l’ultima parte, la coda, si conclude il passo a due. Nella recita che abbiamo seguito gli interpreti erano Nicoletta Manni e Nicola Del Freo, primi ballerini della Scala, che hanno dato prova di un’esibizione sicura, precisa e molto accurata.

Nicoletta Manni, Nicola Del Freo. Foto Brescia e Amisano-Teatro alla Scala.

Il balletto si conclude con il valzer dell’apoteosi in cui tornano in scena tutti i personaggi visti in precedenza. Infine, nella scena conclusiva, ritroviamo Clara al risveglio nella stessa ambientazione del primo atto, ovvero casa sua. Ritornano in scena tutti i familiari e gli amici, la festa della notte di Natale è finita: tutto ciò che abbiamo seguito con le avventure di Clara e del suo Principe Schiaccianoci è stato semplicemente un sogno!

Gli studenti partecipanti al progetto Prime alla Scala 2022/2023 – sezione coreutica.

Classe: 3SC

Benassai Elisa, Bernardinelli Giorgio, Biondo Greta, Borsani Agata, Caracciolo Klara, Gallo Paula, Gasperoni Elena, Lanfranchi Augusto, Lucatelli Roberta, Lunetta Elena, Manca Nina Adele, Mazzei Lucrezia, Melloni Lisa, Nazionale Beatrice, Pasini Emma, Pergreffi Giulia, Rasori Clelia, Rota Caterina Maria Cecilia, Roych Lavinia, Trigiani Teresa, Vannozzi Nicole, Vesentini Emma Maria, Vicentini Barbara, Villa Sofia, Zoppi Matilde Emma.

Il docente referente del progetto Prima alla Scala 2022/2023 – sezione coreutica

Prof. Vito Lentini

Il docente referente di classe

Prof.ssa Paola Maria Feltrin