Prima della Scala 2021

Il Virgilio alla prima della Scala – 7 dicembre 2021, Machbeth di Giuseppe Verdi. Intervista al tenore Gianluca Marino

Mercoledì 24 novembre 2021 abbiamo avuto la possibilità di intervistare il tenore Gianluca Marino che a risposto a tutte le nostre curiosità e domande. Gianluca Marino è nato e ha vissuto in Calabria, dove ha studiato al Conservatorio Francesco Cilea di Reggio. Per realizzare il suo sogno, si è trasferito a Milano ed è entrato nel coro dell’Accademia del Teatro alla Scala. Ha cantato in diversi teatri in Italia. Ci racconta che per lui il canto è un momento liberatorio, qualunque esso sia, lirico e non, e che le scelte che ha fatto nella sua vita sono dovute al fatto che non può fare a meno di questa sua grandissima passione. 

Elisa Fransis : Come è nata la sua passione per l’opera?
Gianluca Marino: “Fin da piccolo ho sempre cantato, non solo lirica, ma anche canzoni pop, che ascolto tutt’oggi. Cantavo come voce bianca, e quando poi la voce è maturata ho scoperto di essere un tenore.  Intorno ai venticinque anni è scoppiata la mia passione per il canto lirico, e ho dovuto iniziare a studiare seriamente canto. Dopo la laurea in Conservatorio, mi sono trasferito a Milano per perfezionarmi e dove attualmente vivo e studio.”

Mattia Colombo: Come riesce a gestire l’ansia da palcoscenico?
G.M. “Tutti i cantanti d’opera devono imparare a gestire l’ansia da palcoscenico, perché non sparisce mai a quanto pare, e ogni volta mi chiedo “ma chi me l’ha fatto fare?”. Io attenuo l’ansia con alcuni esercizi e con alcuni ‘mantra’: per prima cosa mi ripeto che so cosa devo fare; in seguito faccio alcuni esercizi di respirazione e rilassamento, poi ascolto della musica “adrenalinica” che mi aiuta a non pensare alla mia esibizione, a volte salgo delle scale rapidamente per aumentare il battito cardiaco e esercitarmi a gestire le palpitazioni, infine bevo moltissima acqua per essere sempre ben idratato”.

Chiara Parma: Cosa pensa dei luoghi nei quali si esibisce? Crede che alcuni teatri possano essere migliori di altri per motivi diversi dall’acustica?
G.M. “Innanzi tutto bisogna dire che l’acustica è fondamentale: è necessario provare sempre come la voce ‘suona’ ogni volta che si canta in un nuovo ambiente. Nei luoghi dove l’acustica è secca (quelli dove la risonanza è scarsa o nulla, ndr) è un dramma! La voce è definita con nitidezza, ma anche le piccole imperfezioni risaltano. Invece quando c’è un buon riverbero, come ad esempio in chiesa, è più facile cantare e l’acustica nasconde i piccoli errori.  Al di là dell’acustica il luogo predispone l’animo, non lo nascondo, in relazione al pubblico che mi ascolterà: cantare nella mia città, di fronte a persone che mi conoscono mi preoccupa di più perché desidero dimostrare il massimo delle mie capacità, mentre nei teatri delle altre città sono più tranquillo”.

Beatrice Pastore: Quali sono le difficoltà di un tenore?

G. M. “Nel canto le voci maschili vengono divise in basso, baritono e tenore. Il tenore è la voce più acuta e la più difficile poiché non è normale in natura, quindi bisogna abituare le proprie corde vocali ad emettere un tale suono.

Elena Accurso: Per diventare cantante lirico sono necessari solo la passione e lo studio o bisogna avere caratteristiche vocali particolari? Se sì, quali?
G. M. “Sicuramente è necessario essere intonati e non tutti hanno le giuste capacità per diventare un cantante lirico, dal momento che questo tipo vocalità richiede una particolare caratteristica, cioè l’amplificazione che dipende in parte dalle caratteristiche anatomiche di cui ci dota la natura, e in parte ovviamente da  tanto, tanto studio. Bisogna allenarsi in modo costante (due ore di canto al giorno circa). L’amplificazione è indispensabile per un cantante d’opera in quanto si canta in spazi molto ampi come quelli dei teatri senza l’ausilio di un microfono.

Benedetta Giammusso: Quanto durano le prove prima della messa in scena e come si svolgono?
G. M. Per prima cosa gli spettacoli si differenziano in accademici, ovvero allestiti con studenti, e le prove durano anche due mesi, mentre gli spettacoli dove i cantanti sono dei professionisti richiedono prove di al massimo un mese. Lo svolgimento delle prove segue tre fasi principali: inizialmente al pianoforte e solo tra cantante e direttore che per esempio corregge il fraseggio, in seguito si prova la parte sul palcoscenico insieme anche al regista per definire i movimenti e gli spostamenti sul palco, e infine musica e recitazione si fondono nell’ultima prova, in cui vengono indossati anche i costumi di scena. 

Alexis Castro Toro: Qual è il suo approccio interpretativo quanto affronta un ruolo?

G. M.  Prima di affrontare l’interpretazione, mi assicuro di essere al 100% pronto a livello canoro. Mi esercito anche con il mio maestro per accertarmi di essersi preparato al meglio e di conoscere bene la parte. Poi, studio nel dettaglio la storia, una fase molto importante perché mi fa capire i motivi per cui il personaggio che dovrò interpretare si comporti in un determinato modo o decida di compiere una determinata azione.

Veronica Vazzano: “Quanto è stato importante per lei avere una passione così forte per affrontare i momenti difficili della sua vita”.

G.M.”Per me cantare è liberatorio. Il sentirsi nudo davanti alla gente paradossalmente aiuta a non pensare a quello che gli altri pensano. La passione è fondamentale è il centro della vita di ognuno, non si può vivere senza avere una passione… ciascuno è spinto da una passione nella propria vita. La passione è quando si vuole parlare e sentire parlare continuamente di quella cosa”

Federica Decio: Quale suggerimento può dare a noi studenti che non frequentiamo questo genere musicale, o quali brani ci  consiglia per riuscire ad avvicinare e comprendere meglio l’opera?
G.M.
“Ciò che mi sento di consigliarvi, più che un brano da ascoltare, è di andare direttamente a teatro se ne avete la possibilità. A me personalmente affascina vedere dal vivo questo tipo di spettacolo: è una forma musicale unica e completamente diversa ad esempio da quella del musical. Nel musical i cantanti cantano in playback e ballano contemporaneamente mentre nell’opera è tutto diverso: nell’opera al cantante non è richiesto anche di ballare come nel musical ad esempio, ma soprattutto non utilizza il microfono; ciò rappresenta un aspetto fondamentale. Vi suggerirei di prendervi proprio un giorno libero da impegni e godervi uno spettacolo: anche se poi non vi piace secondo me è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Inoltre vi consiglio di iniziare con un titolo più ‘facile’ come ad esempio La Traviata oppure L’elisir d’amore.”

Al termine dell’intervista il tenore Gianluca Marino ci ha fatto anche ascoltare gli esercizi mattutini utili per fare stretching alle corde vocali. Così abbiamo potuto capire in pratica cosa significa amplificazione della voce: la nostra aula improvvisamente è diventata piccolissima!