La società

Il Liceo Virgilio al convegno «Diritti e Cittadinanza» (9 marzo 2018)

 

Il Liceo Virgilio, come tradizione, aderisce alle attività promosse da Libera (associazione di promozione sociale) e fatte proprie dal Coordinamento insegnanti e dal CPL (Centro Promozione Legalità) della Provincia di Milano, in collaborazione con Libera e La scuola di formazione Antonino Caponnetto.

Pertanto il giorno 9 Marzo 2018 alcune studentesse della classe 4LA del Liceo Linguistico, come inviate de “La Voce del Virgilio”, hanno avuto la possibilità di partecipare al convegno «Diritti e Cittadinanza» organizzato all’ “IIS Severi-Correnti”, istituto aderente all’iniziativa.

 

Il tema principale è stata la cittadinanza collegata alla questione dello Ius Soli, l’espressione che indica l’acquisizione della cittadinanza di un dato paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.

Abbiamo prima visionato la mostra allestita dagli studenti nell’Istituto e poi, durante il convegno abbiamo realizzato alcune interviste.

La prima video-intervista,realizzata prima del convegno, è con il Prof. Duilio Catalano, esponente di primo piano del Coordinamento ed organizzatore dell’evento, che ci ha illustrati i significati dell’iniziativa.

La seconda video-intervista, durante una pausa dei lavori,  è con Pap Khouma, l’autore di “Io venditore di elefanti”, scrittore senegalese naturalizzato italiano, da sempre a favore dello Ius Soli, secondo cui “si può essere italiani anche senza avere la pelle bianca”.

Tra i tanti interventi segnaliamo quello di  Laura Di Carlo, che si occupa dello sportello di tutela legale della Casa Della Carità, esperta dell’argomento cittadinanza, che definisce la cittadinanza come status grazie al quale un individuo gode di pieni diritti civici e politici, esponendoci i criteri in base ai quali un individuo può e non può ottenere questo status (continuità permesso di soggiorno, fedina penale pulita, reddito stabile, legalmente residente ecc…). L’intervento è disponibile sul sito del Coordinamento.

L’incontro si è concluso con la testimonianza di tre studentesse, due di origini egiziane e una di origini marocchine. La loro testimonianza è consistita nell’esposizione della loro esperienza in Italia come ragazze straniere senza cittadinanza italiana, delle situazioni di bullismo e xenofobia affrontate e del loro sentimento a riguardo. L’intervento è disponibile sul sito del Coordinamento.

 

Alla fine del convegno abbiamo intervistato il Preside del “Marignoni-Polo”  Prof. Pietro De Luca che ci ha parlato della Scuola di formazione “Antonino Caponnetto” di cui è esponente importante.

Veronica, Chiara, Navodi , Beatrice 4LA

 

 

 

 

In ultimo proponiamo il testo dell’intervista rilasciataci dal Dirigente Scolastico  prof. Pietro de Luca.

Che cosa è la Scuola di formazione Antonino Caponnetto?

-Si tratta di una scuola che è nata da poco e ha come presidente e animatore principale il professore Nando Dalla Chiesa, docente di “Sociologia e metodologia della ricerca per la criminalità” organizzata presso la Statale che ha anche un organismo di ricerca che ha collaborato e tuttora collabora tramite le sue ricerche alla diffusione del fenomeno mafioso. Lo scopo è quello della diffusione della conoscenza del fenomeno mafioso non solamente nel contesto italiano; soprattutto che deve essere letto all’interno della costituzione italiana perché essa è poco conosciuta e non molto attuata.

Chi è Antonino Caponnetto?

-Caponnetto è andato a Palermo chiedendo di essere procuratore capo di Palermo dopo l’uccisione di Rocco Chinnici alla fine degli anni 80′.

Chinnici aveva avuto l’idea, tramite l’intuizione di Falcone e Borsellino, di costituire un pool di giudici che lavorassero insieme e si scambiassero le informazioni. Prima la mafia veniva combattuta singolarmente, invece la forza è stata quella di costituire un pool approvato da Chinnici successivamente ucciso in un attentato.

Perché è importante?

-Antonino Caponnetto ormai quasi alla fine della sua carriera ha fatto questo “atto coraggioso” di andare alla Procura di Palermo. Con lui il pool di Falcone e Borsellino ha potuto avere finalmente mezzi e strumenti necessari per poter lavorare insieme, tant’è che si è arrivati ad un maxi processo. Questo grande processo è stato il primo che ha riconosciuto la parola “Mafia”, ha detto quello che si sapeva, ma che nessuno aveva il coraggio di dire: la mafia c’è ed è un organismo non che agisce singolarmente, bensì è un’organizzazione, una piovra che ha capi, regole e mira a soffocare il bene della società.

Cosa fa la Scuola di formazione?

-Con la scuola Caponnetto si è voluto dare testimonianza a questa figura di giudice che, nonostante la pensione, dopo le stragi del ’92 in cui morirono Falcone e Borsellino, decise di continuare per il resto della sua vita a testimoniare. Andava nelle scuole e si confrontava con i ragazzi su questi temi, allora si è pensato di dare grande merito a questa figura, perché lui e poi coloro che hanno combattuto la mafia sono quelli che hanno messo in luce che essa da sola senza connivenze non sarebbe andata avanti. Queste persone sono state emarginate, in poche parole nessuno se le ricorda ed ecco perché nasce questa Scuola di formazione Antonino Caponnetto. Sostanzialmente noi collaboriamo con Libera, con le Università e tutti quelli che possono fornire un aiuto concreto sulla formazione degli studenti che è il nostro vero investimento per il futuro.